Keisai Eisen
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Keisai Eisen[2] (渓 斎 英 泉), nato Ikeda Eisen, noto anche con lo pseudonimo di Ippitsuan (Edo, 1790 – Tokyo, 20 agosto 1848), è stato un artista e scrittore giapponese di ukiyo-e specializzato in bijin-ga[1].
Le sue migliori opere, tra cui i suoi ōkubi-e, sono considerati capolavori della decadente era Bunsei. Le sue stampe sono fortemente colorate, imponenti e apertamente drammatiche, e mostrano notevoli similitudini con la produzione artistica di Hiroshige.[3]
Biografia
Eisen nacque a Edo nella famiglia Ikeda. Suo padre era un noto calligrafo. Fu apprendista di Kanō Hakkeisai, da cui prese il nome Keisai,[1] e dopo la morte di suo padre studiò con Kikukawa Eizan.[4] Le sue opere iniziali riflettevano l'influenza del suo mentore, ma presto sviluppò il suo stile.[1]
Produsse una serie di surimono, stampe erotiche e paesaggi, tra cui le Sessantanove stazioni del Kiso Kaidō, iniziato da lui ma completato da Utagawa Hiroshige.[1][4] Tuttavia le sue opere più famose sono le bijin-ga,[1] che ritraggono i soggetti più mondani rispetto a quelli raffigurati da artisti precedenti, sostituendo la loro grazia ed eleganza con una sensualità meno studiata.[1][4] Realizzò molti ritratti e studi a figura intera che descrivono le mode del tempo.[4]
Oltre a produrre un numero prolifico di stampe, fu anche uno scrittore,[1] pubblicando biografie dei quarantasette Ronin e diversi libri, tra cui una continuazione dell'Ukiyo-e Ruiko (Storia delle stampe del mondo galleggiante), un libro che documentava le vite degli artisti ukiyo-e.[1][4] Il suo supplemento è noto come Note di un vecchio senza nome. Si descriveva come un dissoluto bevitore[1][4] e affermava di essere stato il proprietario di un bordello a Nezu negli anni '30 del XIX secolo in seguito andato a fuoco.[4]
Note
- ^ a b c d e f g h i (EN) Keisai Eisen - 1790-1848, su artelino.com.
- ^ Per i biografati giapponesi nati prima del periodo Meiji si usano le convenzioni classiche dell'onomastica giapponese, secondo cui il cognome precede il nome. "Keisai" è il cognome.
- ^ Marco Milone, Ukiyo-e, L'erudita, 2022, p. 314.
- ^ a b c d e f g (EN) Keisai Eisen (1790-1848), su viewingjapaneseprints.net. URL consultato il 23 aprile 2020 (archiviato dall'url originale il 31 gennaio 2008).
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Collegamenti esterni
- (EN) Opere di Keisai Eisen, su Open Library, Internet Archive.
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